Jeff Hawke´s Cosmos La rivista ufficiale del Jeff Hawke Club
Presidente: Sydney Jordan - Editore ed illustratore: William Rudling |
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Š The Daily Express JH's COSMOS Vol. 1 - n.1 (Marzo 2003) |
IL CAVALIERE DELLO SPAZIO H0001-H0138 SJ - Parte Prima RIP VAN SHADOW H2885-H2950 WP |
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Caro Socio, |
William Rudling |
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PILOTI DELL'ALBA PURPUREA di Sydney Jordan |
Traduzione a cura di Ivaldo Vernelli |
Jeff Hawke è apparso per la prima volta su "The Daily Express" nel febbraio del 1954, ma le influenze che avrebbero poi lasciato la loro traccia nello spirito della striscia risalivano a molto prima, al decennio che era iniziato con la vittoria in Europa. Le iniziative di molte persone, provenienti da ambienti artistici o universitari, avevano contribuito a risollevare il morale della Gran Bretagna; con il sostegno del governo veniva prodotto un flusso costante di libri, film, trasmissioni radiofoniche di propaganda: per un bambino di quegli anni era come una seconda educazione! Ad esempio, "The Aeroplane Spotter" era una pubblicazione quindicinale a cura di The Royal Observer Corps, i membri della quale, con la loro magnifica capacità di riconoscere gli aerei in volo, in qualche modo rimediavano ad un sistema di radar ancora embrionale e insufficiente. Era solo una piccola pubblicazione di 10-12 pagine, stampata su carta riciclata, con illustrazioni in bianco e nero e fotografie a retino, ma i suoi articoli erano istruttivi e i titoli sulla foto di copertina perfino poetici. Sotto un'immagine di un aereo militare da trasporto - che avrebbe anticipato la prossima espansione dell'aviazione civile - c'erano questi versi magici e profetici di Tennyson, da "Locksley Hall": gettano carichi preziosi " Immaginate l'effetto su un adolescente appassionato di poesia e di aeroplani! Che importa l'ignoranza o la mancanza di erudizione? Cos&ėgrave; come non aveva effetto nell'assistere all' "Enrico V" di Olivier nel 1945 o sulla straordinaria propaganda dell'incontro anglo-americano tra Roger Livesey e Raymond Massey nella scena sorprendente del tribunale celeste (collocato nella Spirale di Andromeda!), il momento culminante del film "A Matter of Life and Death". Tutte queste celebrazioni dell'eroismo, dello spirito cameratesco, e della ispirazione poetica che provenivano dai talenti creativi di una nazione, per altri versi impoverita dalla guerra, dovevano lasciare un segno durevole su tanti; io stesso ne avrei visto l'effetto quando, nel 1945, mi ero iscritto ad una scuola per progettisti di aeroplani, una scuola creata dalla Miles Aircraft di Reading proprio per allevare le nuove reclute di quella che sarebbe divenuta una formidabile attività economica. I valori e i principi degli anni della guerra rispondevano ad una formazione eclettica, che non si limitava a tutti gli aspetti della tecnologia dell'aviazione dell'epoca, ma comprendeva anche conferenze e dibattiti sulla politica, la danza, il cinema e il teatro (la signora "Blossom" Miles faceva parte della famiglia Forbes-Robertson, molto celebre nel mondo del teatro prima della guerra). Il sentimento di una Gran Bretagna che stava avanzando verso una nuova era ugualitaria era cos&ėgrave; forte, che ancor oggi quando incontro i miei amici anche loro studenti in quegli anni lontani, ci ritroviamo a chiederci come mai sia accaduto che verso la fine degli anni '50 sia svanita la promessa di questa nuova utopia! Per me e per Willie Patterson, che mi avrebbe ritrovato più tardi come co-sceneggiatore di "Jeff Hawke" nel 1956, fu quello uno dei momenti decisivi della nostra vita; entrambi venivamo dal relativo isolamento di una piccola città della Scozia e la nostra esperienza alla Miles, oltre a darci una solida conoscenza dell'ingegneria aeronautica, ci apr&ėgrave; una finestra su un altro mondo, il paesaggio di Rupert Brooke ('England, her sights and sounds, dreams happy as her day...'). La verde lussureggiante campagna del Berkshire, le salubri locande e la bella villa eduardiana nella quale avevamo trovato alloggio noi "stranieri" - tutto ci parlava di una durevole stabilità che la guerra non avrebbe potuto distruggere. La scuola era situata proprio al limite del campo di atterraggio della Miles Aircraft e vi potevamo vedere molti dei nuovi aerei costruiti dalle industrie inglesi, e perfino alcuni di quelli catturati alla Luftwaffe! In una occasione memorabile uno strepito sibilante annunciò l'arrivo di un Messerschmitt 262, che prima fece un passaggio a bassa quota e poi - rivelando quanto ci aspettava in un prossimo futuro - sal&ėgrave; verticalmente verso il manto di nuvole, con un rombo di tuono Per chi è nato dopo "l'epoca dei jet" sembrerà qualcosa di banale, ma per lo più la guerra venne combattuta con aerei a combustibile (molti dei quali di legno!) e nel 1945 assistere ad una simile dimostrazione era proprio esaltante! Queste immagini e queste influenze mi restarono impresse e verso la fine degli anni '40 e nei primi anni '50 si aggiunsero allo sfondo per le avventure di Jeff Hawke anche le inquietanti storie di fantascienza di Ray Bradbury e i fantastici paesaggi spaziali e planetari di Chesley Bonestell, che con la loro forza drammatica e l'immaginazione profetica rivelavano le meraviglie in attesa nel nostro sistema solare. Tuttavia il fattore scatenante per la creazione della mia striscia fu l'avvento del fenomeno dei "dischi volanti". Legando la prima storia alla cronaca sensazionale degli avvistamenti fu possibile un'ambientazione spaziale, in un'epoca in cui l'astronautica era ancora agli albori. Max Aitken, figlio di Lord Beaverbrook, era stato pilota di caccia durante la guerra e nel 1954 era alla guida di "The Daily Express", attorniato da diversi amici dell'Air Force negli uffici amministrativi. L'apertura della striscia - con Jeff Hawke nell'uniforme della RAF - toccò una corda sensibile in loro e questo bastò per piazzare il progetto, considerato anche il tema che rispondeva alle emozioni del momento e a un ritratto plausibile dal punto di vista tecnico dell'aviazione e dei dischi volanti. Anni dopo Von Daniken e altri ancora avrebbero ripreso il rapimento di Hawke da parte degli alieni nella prima storia, e l'esplorazione di temi quali le visite di extraterrestri o la scoperta di loro manufatti nascosti o sepolti; questa tendenza ad anticipare il lavoro di altri autori è esemplificata forse meglio che altrove nella storia del 1958, SEPARATI , nella quale un'enorme astronave di tre miglia di lunghezza fa il suo ingresso nel sistema solare. La nave misteriosa e mortale (il guscio esterno è fatto di antimateria) è in effetti un mondo in sé, al quale gli abitanti danno il nome di RHAAM. Quindici anni dopo "Rendezvous con Rama" di Arthur C.Clarke ne portava ancora un'eco riconoscibile. Naturalmente non si trattava di plagio - Clarke è il più grande creatore di storie profetiche, che tuttavia raramente sono il prodotto esclusivo di un'unica mente. La scelta del momento è il fattore decisivo: fu proprio la indicazione di una data specifica che diede al fumetto un più ampio successo nel 1969. Dieci anni prima in una storia ambientata sulla Luna, avevo inserito in una tavola il disegno di un pilastro scolpito nella roccia lunare con una targa metallica che proclamava con magniloquenza: IL PRIMO ESSERE VIVENTE SI POSO' SULLA LUNA IN QUESTO SITO IL SUO NOME E' HOMO SAPIENS". La predizione era sbagliata solo per due settimane rispetto alla data effettiva (il 21 luglio 1969): qualche lettore affezionato lo notò regalandole quindici minuti (più o meno) di gloria televisiva in compagnia di James Burke e Patrick Moore! Cogliere l'evento nell'intorno di 14 giorni con un anticipo di 10 anni fu senz'altro un caso fortunato, ma avevo scelto il 1969 basandomi sulle mie conoscenze delle potenzialità dell'ingegneria aeronautica tedesco-americana, che a sua volta derivava dal tempo trascorso presso la Miles Aircraft. Era possibile riconoscere questa capacità di sposare fantasia e realtà anche nella fantastica serie di avventure da me creata con Willie Patterson in cui è protagonista la complessa gerarchia sociale della "Federazione Galattica", con i suoi poliziotti e i suoi criminali, i giudici e i cittadini. Per quanto queste storie avessero delle sfumature cupe, non c'era mai malvagità gratuita - in effetti è la comicità che risalta con più evidenza, e la sensazione che queste creature grottesche sono afflitte dagli stessi problemi di cui soffre l'umanità. Willie, ricordando le nostre prime esperienze nell'ambiente più sofisticato dell'Inghilterra meridionale, basò l'ordine di beccata dei suoi alieni sulle relazioni che vigevano alla scuola della Miles e poi alla Amalgamated Press di Londra, ove lavorò per un certo tempo come redattore. La mirabile originalità delle idee alla base delle sue storie assicurarono il successo del fumetto nel periodo tra il 1960 e il 1969: i lettori affezionati che in Italia hanno potuto leggere l'intera opera nei volumi rilegati che l&ėgrave; vennero pubblicati indicano questo periodo come "l'età d'oro". La combinazione di personaggi originali, una densa struttura narrativa e di un disegno a riquadri a tutta pagina attribu&ėgrave; un realismo persuasivo a contenuti che erano ancora alquanto radicali per il comune lettore dei quotidiani. Per alcuni mesi "The Express" presentò la striscia sotto l'insegna "Jeff Hawke, il primo uomo dell'età dello spazio" - riconoscendo che, come abbiamo visto, le sue avventure erano in sintonia, e spesso anticipavano, le ricerche del momento nel campo dell'astronautica. Fino ad oggi, molti artisti e autori di fantascienza di età matura mi hanno detto che in gioventù Jeff Hawke è stata la loro sorgente d'ispirazione e la loro "bibbia"! Mi fa piacere pensare che anche una nuova generazione possa apprezzare Jeff Hawke - e per il futuro, il film? |
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